La carie è una malattia che ha diversi fattori scatenanti e che colpisce i tessuti duri del dente. I batteri responsabili della malattia sviluppano acidi che ‘mangiano’ il dente: finché questo è limitato ai tessuti superficiali, è possibile semplicemente rimuovere il tessuto cariato e ricostruirlo con materiali che riproducano il colore del dente.

Se la carie raggiunge la camera pulpare, ovvero la zona del dente ricca di vasi e nervi, non è possibile procedere con la sola otturazione, ma bisognerà prima rimuovere i tessuti all’interno della camera, attraverso la devitalizzazione dell’elemento.

La carie purtroppo non guarisce da sola. Una lesione semplice che viene trascurata potrebbe in futuro compromettere l’intero elemento. È consigliabile affidarsi ai professionisti per la cura delle lesioni non appena queste vengono diagnosticate.

Il colore degli elementi dentari, che ha diverse componenti, è sicuramente legato a fattori come genetica, età, e soprattutto abitudini. Fumare e consumare caffè tenderà nel lungo periodo a ingiallire i denti. Va tenuto presente che spesso alcuni elementi possono essere più scuri di altri (ad esempio i canini).

Per modificare il colore degli elementi e renderli esteticamente piacevoli, si procede allo sbiancamento: questo viene eseguito in una singola seduta, proteggendo prima i tessuti molli, e applicando un gel a base di perossido di idrogeno, che venendo fatto reagire libera ossigeno, rimuovendo i pigmenti che rendono il dente scuro; questo trattamento NON indebolisce i denti.
Successivamente alla seduta è consigliabile non fumare o assumere cibi o bevande colorate, per almeno 48 ore.
È possibile avvertire una leggera sensibilità successiva al trattamento, della durata comunque non superiore alle 24 ore.

Non tutti i pazienti necessitano di eseguire l’ablazione del tartaro (o pulizia dei denti) con la stessa frequenza: si va da un massimo di 12 mesi fino a 4 mesi. Va tenuto presente che durante la pulizia dei denti possono essere diagnosticate lesioni cariose o altre problematiche, in modo da trattarle con largo anticipo, evitando il dolore e con un evidente risparmio economico.

I fattori possono essere molti: un trauma, un’infiammazione del tessuto circostante al dente, o nei casi più severi una malattia, detta parodontite, che provoca la perdita dei tessuti molli e duri che sostengono il dente.

Non sempre è necessaria l’anestesia! Per manovre come la pulizia o piccole carie, spesso il fastidio è assolutamente trascurabile. Qualora fosse necessario, il clinico procederà all’utilizzo di anestetici locali per garantire tranquillità al paziente e proteggerlo da ogni possibile stress.
L’anestesia generale per gli interventi odontoiatrici, tranne in rarissimi casi chirurgici, non è necessaria.

Quando manca un dente abbiamo a disposizione diverse strade per ripristinare l’estetica e la funzionalità. Se ci sono le condizioni per farlo è possibile inserire un impianto, sul quale verrà poi inserita una corona. In alternativa è possibile realizzare un ponte, rimpicciolendo i denti vicini, qualora siano sani e stabili, in maniera da ricoprire questi e la zona del dente perso. Una terza soluzione è realizzare una protesi rimovibile, che si andrà ad agganciare sugli elementi dentari vicini.

Gli impianti sono delle viti che vengono inserite all’interno dell’osso, andando ad integrarsi con esso. Una volta raggiunta la stabilità assumono la funzione della radice del dente, sorreggendo la corona che andrà a sostituire il dente mancante. L’impianto è realizzato in titanio, materiale che risulta perfettamente biocompatibile e sicuro, in modo da garantire un adeguato ancoraggio per la corona, che andrà a restituire il sorriso e la masticazione del paziente.